Farnesina indagata per vendita illegale di visti in Italia

Diplomatici italiani sono indagati per la vendita illegale di visti. La Farnesina, guidata da Antonio Tajani, è al centro di indagini che scuotono il governo Meloni.

La Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri italiano, è al centro di un’indagine che minaccia di scuotere il governo. Secondo le prime risultanze della Procura di Roma, alcuni diplomatici italiani avrebbero partecipato a un sistema di vendita illegale di visti a cittadini stranieri, con profitti stimati in milioni di euro.

Il dicastero è guidato dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, uno dei principali esponenti di Forza Italia e alleato diretto di Giorgia Meloni. Sebbene Tajani non risulti ufficialmente indagato, il ministero sotto la sua guida è il principale oggetto dell’inchiesta.

Indagine e sospetti

Secondo fonti vicine all’indagine, il sistema prevedeva il rilascio di visti di residenza e di lavoro dietro pagamento illecito a intermediari e funzionari consolari. Parte delle transazioni sarebbe avvenuta in consolati italiani situati in Paesi africani e asiatici, oltre che in missioni diplomatiche in Medio Oriente.

Gli inquirenti stanno verificando l’esistenza di una rete strutturata che coinvolgerebbe diplomatici di medio e alto livello. Il caso è considerato prioritario dalla Procura di Roma a causa del rischio di danno istituzionale e delle possibili ripercussioni internazionali.

La Farnesina ha confermato in una nota di collaborare con le autorità e di aver avviato un’indagine interna per individuare le responsabilità. “Il Ministero è impegnato a garantire trasparenza e legalità in tutte le sue attività”, si legge nel comunicato.

Pressioni politiche su Tajani

La rivelazione del caso arriva in un momento delicato per il governo italiano. Antonio Tajani, oltre a essere ministro degli Esteri, è vicepresidente del Consiglio e figura centrale nell’equilibrio della coalizione di destra guidata da Meloni.

L’opposizione chiede spiegazioni pubbliche e mette in dubbio la capacità di controllo interno del ministero. I parlamentari di centro-sinistra sollecitano la presenza di Tajani in Parlamento per illustrare le misure adottate.

La stampa italiana sottolinea che l’episodio potrebbe avere ripercussioni diplomatiche e influire sull’immagine internazionale dell’Italia, soprattutto nel contesto della revisione delle politiche migratorie europee.

Identità elettronica per gli italiani all’estero

In mezzo alla crisi, il governo ha approvato una misura con impatto positivo per la comunità italiana all’estero.

A partire da giugno 2026, i cittadini iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) potranno richiedere la nuova carta d’identità elettronica direttamente nei comuni italiani.

Il decreto, già approvato dalla Camera, è in attesa del voto al Senato, considerato già certo grazie alla maggioranza governativa. L’iniziativa mira a semplificare l’accesso ai documenti ufficiali, riducendo code e spostamenti presso i consolati, e consentendo l’uso della carta come documento di viaggio in casi specifici.

La misura è vista come una risposta concreta alle critiche sulla lentezza burocratica e sulle difficoltà di accesso ai servizi consolari, soprattutto dopo i recenti scandali.

Ripercussione internazionale

Gli esperti ritengono che il caso Farnesina possa diventare una prova politica ed etica per il governo Meloni.

L’Italia, che recentemente ha rafforzato i controlli migratori e difeso politiche di frontiera rigide, si trova ora a dover affrontare accuse che mettono in luce vulnerabilità interne del suo sistema.

Nel frattempo, Tajani cerca di contenere i danni e riaffermare l’impegno del suo ministero per la “legalità e l’integrità”. L’esito dell’indagine potrebbe determinare il futuro politico del ministro degli Esteri e, potenzialmente, l’equilibrio all’interno del governo italiano.

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